Cerella:«alimentazione e sport per il benessere psicofisico»
Bruno Cerella, cestista dell'Olimpia Milano, racconta il suo stile di vita tra filosofia alimentare e attività sportiva

«Credo molto nel ruolo che l’alimentazione ricopre nel raggiungimento del benessere psicofisico individuale. Citando una massima noi siamo quello che mangiamo, motivo per cui ritengo di fondamentale importanza essere consapevole di ciò che introduco nel mio corpo: per questo, quando vado a fare la spesa, cerco di scegliere alimenti dal valore nutrizionale elevato, ed infatti preferisco mettere nel carrello cibi come il riso raccolto a mano piuttosto che la carne a chilometro zero».
È così che Bruno Cerella, cestista italo-argentino dell’Olimpia Milano, spiega la sua filosofia alimentare durante l’incontro avvenuto presso la sede milanese di Technogym contestualmente al progetto Education, che consente agli amanti di uno stile di vita attivo, di confrontarsi con grandi campioni dello sport e ascoltare i più famosi esperti di medicina sportiva e nutrizione.
«La mia dispensa è priva di zucchero raffinato, contiene pochi latticini e solamente carne di cui conosco la provenienza – prosegue Cerella – Mi piace anche molto sperimentare in cucina per unire salute e gusto, con ingredienti come il gomasio [ndr. prodotto utilizzato nella cucina asiatica e composto da sale marino e semi di sesamo, talvolta arricchito con alghe] o con ricette come la pasta di kamut alla spirulina o il seitan con tofu alla mediterranea».
Nel corso dell’incontro, Bruno racconta inoltre di come la costante ricerca di equilibrio e armonia prosegua anche fuori dal campo attraverso l’adozione di uno stile di vita attivo, come per esempio tramite gli spostamenti urbani in bicicletta o la pratica di attività fisiche che gli consentano di compensare il consistente dispendio energetico richiesto per giocare in una società importante come l’Olimpia Milano.
«Oltre alla cura dell’alimentazione, per ottenere il massimo della performance sul campo mi dedico anche ad attività fisiche collaterali alla pallacanestro, come il pilates: quando avevo vent’anni, i campi dal terreno duro e l’eccessivo carico esercitato su anche e adduttori mi causarono una pubalgia, che mi portò ad ingrassare di circa dieci chili in un anno. Fu allora che scoprii il pilates, un’attività fisica che mi permise inizialmente di controllare la problematica, e con il tempo di risolverla completamente» racconta Cerella.
Bruno ricorda inoltre come lo sport rappresenti per lui uno strumento con cui conoscere diverse culture e contribuire al miglioramento del benessere altrui in zone particolarmente disagiate: dal 2013 infatti, è impegnato in Africa con il progetto Slums Dunk (storpiatura del termine slam dunk – schiacciata – dove slum significa baraccopoli), che attraverso la costruzione di tre Basketball Academy (due in Kenya ed una in Zambia) persegue l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita dei bambini e dei giovani che vivono in aree economicamente e socialmente degradate.
«Insomma – conclude Cerella – tanto nell’alimentazione quanto nello sport e nel tempo libero, cerco di adottare una serie di accorgimenti che mi permettano non solo di migliorare la performance sul campo, ma anche di sentirmi bene nella vita di tutti i giorni».