Dieta Linee guida per una sana nutrizione
No al riduzionismo, sì al bilanciamento a tavola
Durante il XXXVI° congresso della SINU, tenutosi a Firenze, i massimi esperti mondiali di nutrizione si sono confrontati su quali linee guida adottare al fine di soddisfare il fabbisogno in nutrienti, salvaguardando la salute

Uno stile di vita sano ed una corretta alimentazione rappresentano gli elementi fondamentali per costruire un benessere globale, prolungato nel tempo. A sottolineare l'importanza di questo tema, è stato di recente il workshop che ha aperto l’ultimo congresso della SINU (Società Italiana di Nutrizione), che ha visto in prima linea gli esperti scientifici di Stati Uniti, Cina, India, Australia ed Italia - coinvolti a diverso titolo nella elaborazione delle linee guida nazionali – per discutere di quali comportamenti adottare a tavola nella quotidianità, quali cibi scegliere ed in quale modo associarli, in modo da fissare alcuni punti fermi da condividere con i cittadini.
«E’ la prima volta che gli esperti di nutrizione in rappresentanza di quasi metà della popolazione mondiale si riuniscono per confrontarsi su metodologia e criteri seguiti nell’elaborazione delle Linee Guida - dichiara Furio Brighenti, Presidente della SINU - L’anno scorso la SINU ha pubblicato i nuovi LARN, i Livelli di assunzione raccomandati di nutrienti, che indicano appunto quali e in che quantità i singoli nutrienti vanno assunti nella dieta quotidiana per evitare carenze nutrizionali. Tuttavia il consumatore sceglie alimenti e ha poca consapevolezza del loro contenuto nutrizionale. Quindi, le Linee Guida traducono in indicazioni pratiche i LARN, indicando alimenti in modo variato e bilanciato e permettendo quindi al cittadino di raggiungere gli obiettivi nutrizionali raccomandati scegliendo cosa portare in tavola».
Tra le regole base, condivise da tutti, c’è una maggiore prudenza rispetto agli allarmismi verso alcuni alimenti che vengono additati come nocivi per la salute (di recente la polemica ha colpito soprattutto la carne rossa, lo zucchero, il latte ed il glutine), creando confusione tra le persone. «Al di là della robustezza del dato scientifico, è un approccio comunque sbagliato soprattutto a livello comunicativo ed educativo, perché sposta l’attenzione su un singolo nutriente o un singolo alimento senza considerare la dieta nel suo complesso» chiarisce il dott. Brighenti.
Attenzione quindi al riduzionismo, sottolineano gli esperti, e via libera invece ad un approccio educativo all’alimentazione equilibrata, che appunto tenga conto dei vari cibi che ciascuno di noi assume ogni giorno, ma anche degli stili di vita che conduciamo: «In assenza di specifiche controindicazioni mediche, è probabilmente controproducente indicare un singolo alimento come cattivo e dare dei divieti molto rigidi su uno specifico alimento perché la prima reazione, soprattutto in certe fasce di età come l’adolescenza, è quella di violare il divieto» aggiunge Robert Gibson del Dipartimento di Functional Food Science dell’Università di Adelaide.
A ribadire il concetto è anche Laura Rossi, nutrizionista del Crea-Nut, l’ente di ricerca che elabora le Linee guida italiane: «Non esiste un alimento o un nutriente che di per sé faccia bene o male. A parte casi specifici, legati ad esempio alla presenza di allergie, ogni alimento è idoneo se consumato in quantità adeguata e inserito in una dieta bilanciata, soprattutto se associamo uno stile di vita sano. Non ci piace quindi una contrapposizione buono-cattivo tra vegetale e animale, tra l'olio di palma e il burro, tra l’amido e lo zucchero, o quant'altro. Il componente non è necessariamente sano di per sé; ciò che dobbiamo fare è costruire una dieta che lo sia».
Contraria a concentrarsi sul singolo alimento è anche la nutrizionista americana Slavin: «E’ sbagliato pensare in modo prescrittivo al singolo cibo, anche perché il bisogno di nutrienti varia nelle diverse fasi della vita ed è difficile stabilire dei limiti su nutrienti come grassi, zucchero o sale che siano validi in tutte le fasce d’età». E prosegue: «Negli USA, anche se ci sono sufficienti evidenze scientifiche riguardo al fatto che i grassi saturi sono associati alle malattie cardiovascolari, fissare un limite preciso all’assunzione di grassi saturi e colesterolo per la popolazione americana non ci è sembrata una buona idea perché molti cibi ricchi di colesterolo come uova, prodotti caseari e carne sono anche fonti importanti di proteine, minerali e vitamine. Ecco perché nelle nostre Linee guida abbiamo sempre raccomandato una dieta basata su una maggiore assunzione di carboidrati e una minore di grassi saturi e colesterolo, ma senza dare mai divieti assoluti».