Dieta Buone abitudini
La miglior colazione? Dolce, ma non troppo
In ogni angolo del mondo gli ingredienti che vengono consumati durante il primo pasto della giornata variano in base alle culture e alle abitudini alimentari. A vincere dal punto di vista nutrizionale, secondo i medici, sarebbe il modello italiano

Fette biscottate, frollini, marmellata, yogurt, frutta ed un caffè, oppure uova strapazzate e bacon, o ancora muffin e pancake: ad ognuno la sua colazione, purché sia varia, completa e consumata lentamente. Se poi è anche bilanciata, la salute ovviamente ne guadagna. A sottolineare ancora una volta l’importanza del primo pasto della giornata, è stata di recente la dottoressa Valeria Del Balzo, biologa nutrizionista dell’Università La Sapienza di Roma, insieme con la giornalista Isa Castano, durante l’incontro intitolato Colazioni del Mondo,che si è tenuto presso il padiglione Italia di Expo2015 a Milano.
«La brutta abitudine del caffè e via è ormai un lontano ricordo, almeno in Italia, dove solo il 9% delle persone dichiara di non consumare nulla al risveglio - spiega la dottoressa. - Una bella notizia questa, dato che la colazione rappresenta l’evento più importante della giornata, dopo 8/10 ore di digiuno, ed è indispensabile per il ripristino dell’energia fisica e cerebrale».
I dati raccolti negli ultimi anni dall’Osservatorio DOXA/AIDEPI attraverso l’indagine Io comincio bene, rivelano che il 65% dei nostri connazionali predilige la versione dolce, il 19% alterna tra dolce e salato e solo il 7% sceglie il salato sempre. «La colazione dolce rappresenta un modello nutrizionalmente migliore – commenta la nutrizionista - poichè presenta un contenuto calorico che si colloca in un range di 290-315 kcal, più basso di circa 100-150 kcal rispetto a quella salata, ed è senz’altro un’ottima scelta grazie al giusto mix di carboidrati, in particolare zuccheri, che sono fondamentali al mattino per migliorare la performance cognitiva, proteine, vitamine e una bassa quantità di lipidi. L’alternativa salata con il toast, una spremuta ed un caffè è comunque accettabile, anche se rischia di essere meno digeribile».
Differente invece è l’opinione della dottoressa in merito alla colazione salata servita nei Paesi anglosassoni, composta da pane tostato, pancetta e uova strapazzate: «Il valore dei grassi di questo pasto è almeno il doppio rispetto all’alternativa dolce, il tasso di colesterolo e di sodio sono superiori, la quota di proteine animali sbilanciata, ed il contenuto calorico pari a 415-440 kcal». Lo stesso discorso vale anche per la classica colazione scandinava, a base di aringhe e tonno, accompagnati da pane scuro integrale e succo di mirtillo: «L’apporto di grassi, anche se prevalentemente insaturi, è considerevole, così come l’apporto di proteine di origine animale, mentre i carboidrati, soprattutto semplici, sono carenti».
Valutazione negativa anche per la tipica colazione made in USA, a base di caffè lungo, muffin e pancakes cosparsi di sciroppo d’acero: «L’aggiunta dello sciroppo di acero, usato come dolcificante, rende questa colazione molto squilibrata dal punto di vista nutrizionale – commenta l’esperta - Complessivamente l’apporto di zuccheri semplici è molto elevato, pari al 29% delle calorie della colazione (circa il 10% delle calorie totali secondo i livelli stabiliti dai LARN). Contenuti invece i valori di proteine, grassi e colesterolo».
E che dire della colazione asiatica? «In Cina siamo di fronte ad un vero e proprio pasto a base di riso, accompagnato da carne di maiale, verza e uova, che presenta dunque un elevato apporto di calorie, oltre 500, ma è abbastanza equilibrato dal punto di vista dei macronutrienti (proteine, grassi e carboidrati). Il colesterolo risulta invece alto (141 mg) per la presenza di grassi animali - spiega la nutrizionista. - Un tale menu è molto più simile ad un pranzo per noi che ad una colazione: richiede una digestione lunga e non dà energia immediata».
Promosso invece il modello giapponese, anche se con qualche riserva: «In Giappone troviamo ancora riso e poi pesce, verdure, tofu, zuppe, accompagnati da una tazza di tè. Anche se leggermente ricco in grassi (32%), l’apporto di proteine e carboidrati, prevalentemente complessi, è equilibrato ed il colesterolo assente. Da evidenziare però la carenza di calcio».
»Se da una lato la colazione italiana risulta al primo posto dal punto di vista nutrizionale, – commenta la giornalista Isa Grassano - dall’altro i nostri connazionali dovrebbero però imparare dagli altri popoli a cucinare di più, e a vivere questo pasto come un momento di condivisione e confronto, dedicando attenzioni a chi prende posto intorno al tavolo, prima di immergersi nella frenesia della routine quotidiana».