Dopo i 50 anni meno calorie, muscoli più forti
Secondo un gruppo di ricercatori di Taiwan adottare una dieta ipocalorica durante la mezza età, aiuterebbe a mantenere più giovane e vigoroso il corpo

Quando si parla di tono muscolare sono due gli aspetti fondamentali della nostra vita che entrano in gioco: l’attività fisica praticata da una parte, e lo stile alimentare adottato dall’altra. Quest’ultimo - che un tempo veniva sottovalutato poiché non si sapeva quanto il cibo fosse in grado di influenzare la salute psico-fisica nonchè la performance sportiva – è oggi oggetto di numerosi studi, atti ad analizzare l’effetto dei differenti regimi, degli alimenti e delle loro combinazioni sull’organismo umano (ma anche sul DNA) durante le differenti fasi della vita.
Un recente studio pubblicato sulla rivista American Journal of Physiology Endocrinology and Metabolism dai ricercatori della Chang Gung University di Taoyuan City (Taiwan), avrebbe ad esempio dimostrato come ad una certa età mangiare di meno, aiuti a rallentare la perdita di massa muscolare, tesi non valida invece per i più giovani, per i quali assumere poche calorie provocherebbe un declino del tono muscolare.
I roditori, sui quali è stata condotta la ricerca, erano suddivisi in 2 gruppi (giovani e di mezza età), a loro volta suddivisi in altri 2 gruppi con differente somministrazione calorica. Gli esemplari del gruppo a basso regime dovevano consumare il 10% di calorie in meno rispetto agli altri durante la prima settimana, il 25% in meno nella seconda e il 40% in meno durante le successive 12 settimane. Passate 14 settimane, i roditori di mezza età che avevano seguito la dieta ipocalorica avevano una muscolatura più forte rispetto a quelli che avevano seguito un’alimentazione normale poiché avevano subito una riprogrammazione del metabolismo cellulare, avvicinandosi alla condizione dei topi più giovani. Questi ultimi, invece, erano stati danneggiati dalla restrizione, che ne aveva diminuito la muscolatura in sole 14 settimane.
Secondo i ricercatori dunque, ad ogni fase della vita, dovrebbe dunque corrispondere un differente approccio verso il cibo.