Intossicazione da vitamina D? Molto difficile
L'integrazione con vitamina D è proposta in molteplici situazioni anche se non è ancora chiaro in quali ambiti è davvero efficace: per fortuna raramente può diventare tossica

C’è un grande interesse circa l’efficacia della vitamina D: oltre a servire per la salute delle ossa si sta studiando l’utilità della supplementazione in svariate situazioni potenzialmente patologiche dall’obesità, ai problemi cardiovascolari; quando è effettivamente efficace non è ancora chiaro, ma se non fa bene quando la sua integrazione può far male?
A cercare di rispondere a tale domanda un articolo pubblicato sul numero di maggio della Mayo Clinic Proceedings.
Dallo studio è emerso come registrare un’intossicazione da vitamina D è estremamente raro, bisogna ingerire, accidentalmente, dosi elevatissime.
Non ci sono problemi di sorta fino ad una dose di 4000 UI (unità internazionali) di vitamina D al giorno, per pazienti fortemente carenti.
Il rischio di un’eccessiva assunzione di vitamina D potrebbe essere l’aumento dei livelli di calcio circolanti: una situazione di ipercalcemia può determinare debolezza, calcoli renali e problemi al cuore e al cervello.
Dagli studi compiuti in questo lavoro di ricerca è stato evidenziato come l’ipercalcemia, a fronte di un’integrazioneanche importante con vitamina D, è una situazione che può verificarsi estremamente raramente.
è bene ricordare che fonti naturali di vitamina D sono costituite dai pesci grassi come il salmone e lo sgombro e dalla luce del sole.