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Dieta Previene anche tumori, malattie cardiovascolari e Alzheimer

La dieta mediterranea protegge la funzionalità renale

Uno studio americano evidenzia come prediligere frutta, verdura, pesce, legumi e cerali, secondo i dettami del regime nutrizionale tipico di Italia, Spagna, Grecia e Marocco, diminuisca del 50% le malattie renali. Attenzione però alla definizione corretta di "mediterranea"

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La dieta mediterranea protegge la funzionalità renale Thinstock

Si definisce come dieta mediterranea quel tipo di alimentazione ispirato ai modelli nutrizionali di quattro nazioni: Italia, Spagna, Grecia e Marocco. Composta precipuamente di cibi considerati molto gustosi ma piuttosto poveri, come cereali, verdura, frutta, legumi, pane e olio d'oliva, dopo un periodo di flessione dovuto alla diffusione di regimi ispirati alla cultura americana è tornata prepotentemente alla ribalta, tanto da meritarsi addirittura l'iscrizione alla lista dei patrimoni culturali immateriali dell'umanità da parte dell'UNESCO.

Da tempo si ritiene la dieta mediterranea maggiormente salutare rispetto, per esempio, al modello nutrizionale americano: nonostante una quantità di grassi relativamente simile, infatti, le popolazioni che seguono questo regime alimentare risultano meno affette da malattie cardiovascolari. Inoltre, secondo molti studi la dieta mediterranea presenterebbe effetti protettivi nei confronti di tumori, allergie, asma e di contrasto per quel che concerne il declino cognitivo cerebrale.

Si ritiene generalmente sia merito dell'olio d'oliva e dei suoi acidi grassi monoinsaturi, capaci di abbassare i livelli di colesterolo cattivo nel sangue; stesso dicasi per le fibre, che contribuiscono inoltre a fornire una sensazione di sazietà; e degli antiossidanti tipici di frutta, verdura e vino, che se consumato in modeste quantità svolge un ruolo fondamentale nell'impedire l'accumulo di radicali liberi nell'organismo, che causano stress ossidativo. Lo stress ossidativo è associato ad una maggiore probabilità di sviluppare patologie neurodegenerative quali il morbo d'Alzheimer e Parkinson: seguire un tipo di alimentazione ricco di antiossidanti, dunque, contribuirebbe a combattere anche questa minaccia.

Ultimamente, uno studio dei ricercatori della Columbia University Medical Center, pubblicato sulla rivista Clinical Journal of American Society of Nephrology, ha evidenziato gli effetti positivi della dieta mediterranea a livello renale: secondo la sperimentazione americana, infatti, seguire questo regime nutrizionale diminuisce significativamente il rischio di sviluppare una malattia cronica ai danni dei reni.

Tale risultato è stato ottenuto attraverso il coinvolgimento di circa 900 volontari, i cui segni vitali sono stati monitorati nell'arco di sette anni: lo studio americano ha evidenziato come chi seguiva la dieta mediterranea, in particolare assumendo grassi salutari per l'organismo derivati da pesce e legumi e riducendo il consumo di carni rosse, prodotti industriali e dolciumi, presentava un rischio minore del 50% di sviluppare malattia renale cronica, e il 42% di probabilità in meno di rapido declino della funzionalità degli organi dell'apparato urinario. Un risultato particolarmente interessante alla luce del fatto che negli Stati Uniti circa 20 milioni di americani sono affetti da un qualche tipo di patologia a carico dei reni. 

ll professor Enrico Arcelli, dietologo ed esperto di nutrizione sportiva dell'Università di Milano interviene sul significato di dieta mediterranea,  riprendendo le linee guida del consensus congress Science in Nutrition 2014, svoltosi a Milano,. Che la dieta mediterranea riduca l'infiammazione cronica silente non ci sono dubbi. È stato anche pubblicato dai ricercatori del Neuromed in uno studio di aprile 2014 (rivista Blood).  Il dietologo italiano, tuttavia, puntualizza: «Bisogna fare attenzione però al concetto di dieta mediterranea, non è certo quella basata sui piattoni di pasta, come qualcuno vuol farci credere. La terminologia dieta mediterranea fu usata per la prima volta da Ancel Keys, uno studioso americano che, dopo aver studiato a fondo l’alimentazione di molte zone del mondo, vide che quella del Cilento e di Creta sembrava ridurre il rischio di malattie del cuore e della circolazione. Essa era basata sull’utilizzo di pesce, verdure, olio extra vergine d’oliva, frutta, pollame e soltanto quantità minime di carne rossa». 

In conclusione il prof. Arcelli spiega: «Gli individui analizzati, inoltre, si erano nutriti per tutta la vita con pane integrale. Nel Cilento – ma non certo a Creta – era usanza mangiare anche un po’ di pasta e spesso anche quella era integrale. Gli abitanti di quelle zone, inoltre, facevano tanta attività fisica, essendo prevalentemente contadini e spostandosi a piedi o in bicicletta».

Pubblicato il: 31-10-2014
Di:
FONTE : Columbia University Medical Center, Clinical Journal of American Society of Nephrology

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